Era gestito dalla
famiglia Marsigli già prima del 1500 e era di pertinenza
dell’Abbazia di Nonantola. Come per il vicino
mulino della Paglia, nel 1574 figura una locazione
enfiteutica a favore della famiglia Malvasia, ma un secolo
più tardi risulta essere di proprietà di Annibale Rossi Marsigli e della madre Elena Balatini. La molitura veniva
praticata per mezzo di due macine e risultano presenti
altrettante gualchiere, azionate dalle acque del canale di
San Giovanni che scorre sotto all’edificio. Nel 1705 il
proprietario risulta essere Silvio Marsigli Rossi e più
tardi Annibale, della stessa famiglia. Dal 1836 al 1890 sarà
invece condotto dalla famiglia Facchini. Cesserà la sua
attività nel 1981, sotto la proprietà della famiglia
Chierici.
(cit.
Sperandini, "Mulini ad acqua tra Samoggia e Panaro" - Centro
studi storici nonantolani) |