Si trova all’incrocio tra i canali di San Pietro e Rio
Secco e, sfruttando un salto di oltre 4 metri del primo,
poteva utilizzare ben 5 macine, un torchio da olio, una
mola per arrotare utensili e una grolla da sementi.
Le prime notizie risalgono al ‘500 e alla fine dell’800
risulta di proprietà di Giovanni Toschi, che lo affitta
a Gaetano Sereni, la cui famiglia lo gestirà fino alla
seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra passò alla
famiglia Ballarini che ne è tuttora proprietaria. Ha
cessato l’attività nei primi anni ’50 del ‘900.
(cit. Giancarlo Govoni
in “Con la forza dell’acqua”
A cura di Giampaolo Grandi - Gruppo di documentazione
vignolese “Mezaluna” Mario Menabue)
|