Era un opificio feudale mantenuto a carico dei comuni di
Samone, Missano, Gainazzo, e Rocca Malatina. In
corrispondenze del 1578, 1579 e 1582 il Camerlengo di
Guiglia, Filippo Monzone, informava i Fattori Ducali che
erano necessarie diverse riparazioni e due macine nuove.
(cit. Sperandini, "Mulini ad acqua dell' Appennino
modenese").
E' situato sulla sponda destra del rio omonimo, ai piedi dei
Sassi di Roccamalatina. Oggi l'edificio ospita un'attività
agrituristica, ma il locale macine è ancora esistente, anche
se queste ultime non sono più funzionanti. |